“I duo sono per noi fondamentali. Sono all’origine della nostra storia e ognuno di essi rappresenta un avvenimento particolare nell’evoluzione della nostra ricerca. Questo momenti rari e privilegiati determinano un arricchimento del nostro lavoro con la compagnia. E nello stesso tempo questi faccia a faccia sono delle sfida lanciate a noi stessi come interpreti, indispensabili al riconoscimento e alla riscoperta dell’altro”. Con queste parole Joëlle Bouvier e Régis Obadia amano segnalare al proprio pubblico l’importanza che ha avuto e continua ad avere nel loro percorso la forma coreografica del duo. Un percorso cominciato nel 1980 con la creazione di un pezzo grazie al quale la coppia si affermò immediatamente per l’impatto vigoroso ed espressivo di una scrittura che avrebbe poi segnato la storia della danza contemporanea degli ultimi due decenni. Il duo si intitolava Regard perdu e vinse in quello stesso 1980 il quarto concorso internazionale di coreografia di Nyon, ottenendo con giudizio unanime della giuria il primo Premio della manifestazione. Da allora Joëlle Bouvier e Régis Obadia sono, con la loro compagnia L’Esquisse, un punto di riferimento della coreografia contemporanea europea. Con duo come Le noces d’argile (1981)e Welcome to Paradise (1989), e pezzi di gruppo come Le royaume millénaire (1985), Derrière le mur (1986), Plein soleil (1992), L’Effraction du Silence (1994) o la recente creazione dedicata a Antigone presentata al festival di Montpellier di quest’anno, L’Esquisse si identifica in uno stile di danza bruciante, ricca di incontri e scontri tra i corpi, di dinamiche accese e di sospensioni emotive. Spiegano i due artisti: “Il nostro lavoro non si attacca a nessuna tecnica particolare. Soltanto la presa di coscienza del corpo e la presenza dell’attore sono gli elementi essenziali e costanti della nostra ricerca. Questo studio fisico, strettamente legato all’emozione, utilizza diversi apporti (l’energia, il peso, lo spazio temporale e relazionale, ecc.) in grado di generare una forza espressiva”. I riferimenti artistici di Bouvier e Obadia spaziano dai film di Tarkovski, alla pittura di Bacon, ma anche al pensiero di Grotowski, e a stili espressivi forti quanto diversificati come il buto giapponese e il teatrodanza di Pina Bausch. Le loro produzioni non si fermano allo spettacolo dal vivo: amanti del cinema, fondano nell’87, un anno dopo essere stati nominati direttori del Centre Chorégraphique National di Le Havre, la società di produzione e distribuzione cinematografica Les Films Angles d’Ailes con cui creano cortometraggi e video-clip pluripremiati. “Il cinema - confessano - ci ha permesso di cercare, attraverso l’immagine, un nuovo modo di vedere il corpo”. Nel ‘93 ottengono il riconoscimento più significativo: la nomina a direttori del CNDC di Angers, un luogo storico per lo sviluppo della danza contemporanea francese, in cui si abbina alla formazione professionale, l’attività creativa dell’Esquisse e di tanti coreografi chiamati a firmare per il Centro i loro lavori. A Rovereto l’Esquisse porta due spettacoli: DEPECHE TOI !, nuovissimo assolo di Joëlle Bouvier, ispirato a Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Caroll, e il duo Indaten II. Coprodotto dal festival di Marsiglia a metà luglio, DEPECHE TOI ! nasce grazie alla collaborazione della Bouvier con l’attrice Lilo Baur. E’ un assolo costruito pensando ai giochi di metamorfosi e di apparenze di cui è costellato il racconto di Carroll. Spiega la coreografa: “Questo solo non è autobiografico, non racconta la mia propria storia, se ne serve. Si immerge nei miei sogni per allontanarsene, nutrito di una memoria più vasta, più universale. La presenza al mio fianco di Lilo Baur, la sua esperienza di attrice mi hanno incoraggiato a esplorare dei territori fino allora sconosciuti e tuttavia immediatamente familiari”. Indaten II, il secondo spettacolo in scena a Rovereto, è l’ultimo duo della coppia. Riprende, senza più avvalersi del confronto in scena tra i due danzatori e una cantante, l’omonimo duo del ‘97 (Indaten), ispirato all’antico mito dell’amore incestuoso tra Edipo e Giocasta. Già con L’Irresponsabilité d’Apollon e con Les Chiens, entrambi del ‘96, Bouvier e Obadia si erano confrontati con la tragedia greca, attingendo all’Orestea. Con Indaten l’indagine continua, in un rapporto costante con la fonte, volto, non tanto a rileggere le vicende ambientandole nell’oggi, quanto a recuperare quel fremito vitale, quell’incantamento, quelle catarsi, quel senso del rito che traspirano dalle tragedie. Segnala la coppia: “In questo nuovo duo, proseguiamo nella nostra incursione nelle tragedie, perché all’ombra dei grandi miti, è possibile parlare di noi in tutta intimità”. Legame tra teatro e vita da cui Bouvier e Obadia, senza cedere all’autobiografismo, ma riuscendo a trasformare personali emozioni interiori in incisive suggestioni teatrali, traggono la forza espressiva e coinvolgente dei loro spettacoli.