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04/09/1997 - 19:00

Rovereto - Museo Depero

Decollaggio

Compagnia Vera Stasi, Giannina Censi e Silvana Barbarini, Decollaggio

Nel 1917 Filippo Tommaso Martinetti promulgava il Manifesto della danza futurista, testo che, oltre a raccogliere attenti commenti dell’autore su figure chiavi della coreografia del primo Novecento come Isadora Duncan e Vaslav Nijinsky, poneva l’accento sulla necessità di imitare con l’arte del gesto i movimenti delle macchine pr fondersi con l’ideale “corpo moltiplicato” del motore. “Disarmonica sgarbata antigraziosa asimmetrica sintetica dinamica parolibera”: queste le caratteristiche della danza futurista, una danza che non doveva avere altro scopo che “immensificare l’eroismo, dominatore di metalli e fuso con le divine macchine di velocità e di guerra”. Il Manifesto si conclude con la descrizione di tre danze ispirate ad altrettanti meccanismi di guerra: lo shrapnel, la mitragliatrice e l’aeroplano. E’ sul finire degli anni ’70 che Silvana Barbarici, coreografa fondatrice della Compagnia italiana Vera Stasi, si interessa al Futurismo, complice una formazione avvenuta a Voghera nella scuola della danzatrice musa di martinetti, Giannina Censi, Siio Vlummia-Torrente n.3, spettacolo dedicato appunto alla Censi, trae il titolo da una parolibera di Fortunato Depero. Si compone di una trentina di quadri su poesie di Giacomo Balla, musiche di Russolo, dichiarazioni programmatiche tratte dai manifesti, danze onomatopeiche ispirate al volo dell’aeroplano, alla guerra e alla vita moderna in linea con la teorizzazione futurista del corpo-macchina. Tra i pezzi più suggestivi, l’assolo Decollaggio, aerodanza su voce di Martinetti costruita dalla Barbarici insieme alla Censi nel 1979, proposta nel pomeriggio anche al Museo Depero in occasione della mostra Danzare il Futurismo.

Coreografia di Giannina Censi e Silvana Barbarini
Danzatrice Marta Molinari

Riedizione per il Festival Oriente Occidente
Durata 2 minuti