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01/10/1982 - 20:00

Teatro Tenda

Danza Bharata Natyam

La danza è praticata nel Tamil Nad, nel sude dell’India, sotto il nome di Bharata Natyam e i centri in cui essa è più viva sono Tanjore e Madras. 
Non c’è alcun dubbio sul fatto che l’attuale forma in cui si rappresenta il Barata Natyam sia stata configurata in questo particolare modo, circa un secolo fa, dagli adepti e dai maestri (gurus) del Sud, conosciuti come Nattuvanaras. 
Fra di essi possono essere menzionati illustri nomi come Vadivelu Pillai, Chinniah, Ponniah e Sivanandum e il loro riverito guru Muttuswami Dikshitar, i quali erano tutti studiosi da sancito e tamil e i maestri di musica e danza. 
Secondo quanto si può dedurre da alcune iscrizioni del periodo tra il nono e l’undicesimo secolo dopo Cristo, l’istituzione del Devadasi conicise con il perodo di costruzione del gran tempio nel periodo dei re Chola, specialmente Rajaraja I. Dal momento che esisteva un astretta relazione tra la filosofia, la danza e i templi, che erano i centri della religione, così come dell’arte e della cultura, era naturale che venisse istituita la pratica di avere delle Devadasi presso i templi. 
In quei tempi antichi, noi leggiamo, le Deavadasi godevano di uno status sociale elevato ed erano molto colte. Esse potevano cantare, leggere i classici, suonare vari strumenti musicali e scrivere su soggetti filosofici. 
Le ragazze generalmente erano divise in due categorie, quelle che venivano affidate al tempio per volontà dei loro genitori in un sentimento di fervore e quelle che vi si affidavano in seguito a difficili condizioni di vita. I loro doveri consistevano nell’agitare il ventaglio (Chamara) sulle divinità nel portare la luce sacra (Kumbarti) e anche nel cantare e danzare davanti agli dèi quando erano portati in processione. Le Devadasi ricevevano un salario fisso per questi doveri religiosi. 
Il loro allenamento nell’arte della danza era molto complesso, per lo più, esse cominciavano il loro studio della tenera età di cinque anni. Le iscrizioni tamil dicono che nell’undicesimo secolo d. C. circa 400 danzatori facevano parte del gran tempio di Shiva a Tanjore e circa un centinaio del tempio di Kanchipuram. 
I Bhagavatars trovarono nella danza drammatica il miglior mezzo per interpretare i grandi insegnamenti filosofici delle Puranas. E, nell’utilizzare il dramma con la musica classica e le tecniche di danza Bharata Natyam, essi crearono un’arte la quale veramente interpretava la danza come Bharata Muni l’aveva concepita nel suo Natya Sastra. Attraverso le azioni danzate del Bhagavata Mela, l’azione drammatica, la composizione lirica, danza e musica classica erano abilmente fuse una nell’altra per interpretare le affascinanti storie, ricche di emozioni, che venivano rappresentate; e, quando la caratterizzazione divenne importante anche in questa forma di danza, presero a parteciparvi molti attori. Vi prendevano parte solo uomini, ed eccellevano in questa arte. 
Questi devoti della danza drammatica furono coloro che trasmisero l’arte attraverso le vari generazioni. I Nattuvanaras, d’altra parte, si concentrarono sulla forma di “solo” del Bharata Natyam che fino a poco tempo fa era conosciuto come Dasi Attam i Sadir Atam. 
Essi modificarono la danza in modo tale da rappresentarla in particolari teatri. Ciò era fatto probabilmente per portare gradualmente davanti al pubblico le piena estensione del suo valore tecnico e drammatico, attraverso una varietà di sequenze. 
Oggi, a dispetto del fatto che l’arte abbia guadagnato onore nei templi dove prendeva la forma della danza rituale e di devozione, essa è molto popolare tra il pubblico secolare.