L’edizione ’89 del Festival di Rovereto, che prevede un’ampia sezione dedicata alle avanguardie storiche del ‘900, si apre con una rivisitazione in chiave contemporanea del lavoro del futurista roveretano Fortunato Depero. Autrice dello spettacolo, coprodotto da Oriente Occidente con il Festival di Arles, è la coreografa-architetto romana Lucia Latour, fondatrice della compagnia Altroteatro e reduce da una lunga, fondamentale esperienza di lavoro all’interno del gruppo sperimentale “Altro”, formato da pittori musicisti, artisti visivi, danzatori, architetti che, fino all’81, riattulizzavano le istanze tipiche delle avanguardie storiche attraverso spettacoli di natura interdisciplinare.
Dopo le sperimentazioni di “Spatium Teca del 82” e “Lalu La del 84”, con “Frilli Troup del 86” e “ON e Tombe…del 88” la Latour afferma un personale mondo espressivo pieno di humour e spettacolarizzato dall’apporto della multivisione: immagine in movimento proiettate sul fondo della scena, dilatazione e moltiplicazione dell’azione dei danzatori determinano molteplice spazi di rappresentazione, “variabili – dice la coreografa- alla velocità ritmica di un telecomando.
Le sue ricerche di movimento, legate alla contact-improvisation di Paxton e alla teorie di Cébron, dall ’86 si rivolgono a un’analisi dell’ambiguità dello spazio e a una sfida dinamica alla forza di gravità.
“Anihccam” è il titolo del nuovo lavoro ispirato a Depero.
“La struttura ritmica dello spettacolo consiste in un alternarsi di atmosfere creative dall’artista. Evitando ricostruzioni di tipo museografico, tali situazioni vengono spettacolarizzate in episodi danzati, montati in un contesto “scherzosamente” contemporaneo legato all’abitudine…ormai “elettronica” della percezione di oggi” (Latour).
Se infatti Depero nella sua proposta per un teatro plastico, aveva pensato a rigidi costumi geometrici, ricollegabili all’operazione Schlemmeriana e alle teorie di Craig, la Latour lavora sull’idea contemporanea del movimento dinamicamente “elettronico” dei corpi.
L’impianto scenografico costituito da un insieme di piani mobili, si arricchisce di un particolare sistema di illuminazione, di cui la multivisione è un aspetto determinante. I costumi sono delle “libere citazioni” do Depero. La musica, creata appositamente per lo spettacolo, è composta da Luigi Ceccarelli, con la collaborazione di Maurizio Giri.