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04/09/1991 - 19:00

Rovereto - Teatro Zandonai

Admiring la Argentina

Kazuo Ohno, Admiring la argentina

Nella decima edizione di Oriente Occidente, torna a distanza di sei anni Kazuo Ohno, padre storico della danza Buto. Il Buto si afferma alla metà degli anni ’60 come fenomeno di rottura e di innovazione rispetto alle forme tradizionali del teatro giapponese, il No e il Kabuki. Il corpo è protagonista di una nuova drammaturgia in cui il movimento, ridotto ai minimi termini, è segno raffinato ed estremo delle zone inesplorate dell’io. Decadente ed introversa la danza procede attraverso una gestualità lentissima, gustata nei più sottili dettagli, profondamente legata ad una dimensione rituale, assoluta fino all’eccesso.
In una cultura della scrittura come è quella giapponese, definita da Roland Barthes “L’impero dei segni”, il Buto rappresenta l’esasperazione di un’estetica, di un modo di essere, la risposta artistica alla bomba di Hiroshima e alla sua velocità di distruzione. Nella gestualità dilatata e inquietante di Kazuo Ohno, i primordi di questa forma espressiva si anticipano già negli anni ’50.
Nato nel 1906 a Hokkaido, Ohno si diploma nel ’29 al Japan Athletic College di Tokyo. Nello stesso anno assiste ad uno spettacolo della danzatrice spagnola Antonia Mercè (La Argentina) al Teatro Imperiale della capitale. E’ un’esperienza determinante per Ohno, che da allora desidera diventare danzatore.
“La danza della Argentina invitava la gente ad un mare di eccitazione. Lei era la personificazione della danza, della letteratura, della musica e dell’arte, e ancora oltre dell’amore e del dolore della vita attuale” (Ohno).
Dopo aver visto danzare Harold Kreutzberg, discepolo di Mary Wigman, frequenta la scuola di Takaya Eguchi, uno dei pionieri della danza moderna giapponese. I primi concerti di danza e recital solistici di Ohno sono del ’49. Nei primi anni ’50 conosce Tatsumi Hijikata, che, in seguito all’insegnamento del maestro, fonderà nel ’57 l’Ankoku Buto Ha, il gruppo della danza delle tenebre. Da allora il Buto assurge a vera e propria forma, sviluppata in seguito da artisti come Ko Morobuschi, Ushio Amagatsu, Carlotta Ikeda.
In occidente Ohno inizia ad essere conosciuto sul finire degli anni ’70. Nell’80 è invitato al Festival Internazionale di Nancy in Francia, dove danza “Admiring la Argentina” e “A Dream of a Foetus”. Londra, Parigi, Montreal, Toronto, New York e in Italia Venezia, Bari, Roma, Cremona sono alcune delle città che lo hanno ospitato in questi anni. Tra i suoi lavori più celebri il già citato “Admiring  la Argentina”, “The Dead Sea” (’85) e “Walter Liles” (’87) e il più recente “Ka Cho Fu Getsu”, in scena per Oriente Occidente il 5 settembre.
Tipici dell’artista i travestimenti femminili, in cui la demarcazione netta tra uomo e donna viene superata da una visione più  labile e ambigua in cui maschile e femminile fanno parte di uno stesso universo di sensazioni.

Coreografia di Kazuo Ohno