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10/09/1994 - 19:00

Auditorium Santa Chiara

32 feet per second per second

V-Tol, ovvero Vertical Take-off and Landing (decollo e atterraggio verticali). Questo il nome a dir poco curioso scelto dall’inglese Mark Murphy per la sua compagnia, gruppo che si è guadagnato fin dalla fondazione un ottimo posto nella hit parade della “new generation” coreografica d’oltre manica. Questo perché V-Tol è in realtà ben più di una sigla riuscita: il giovane Murphy, balzato alla ribalta della scena inglese con un duo creato insieme a Sue Cox nel 1989, fondando la V-Tol Dance Company nel ’91 mise già in chiaro che la sua voleva essere una danza delle dinamiche pericolose, in lotta mozzafiato  con le comuni leggi di spazio, tempo e gravità. Basta del resto ripercorrere i titoli sfornati in questi pochi anni – “Two falling too far” (’89), “Crash and Burn” e “Time spent in the company of bad people” (’91), “Headshot” (’92), “Point blank” e “Routine Inquires” (’92), nonché il più recente “32 feet per second per second” (’93) -  per rendersi conto che Murphy coltiva una vera e propria passione per una fisicità spinta oltre i limiti. Ma attenzione, il linguaggio di Murphy è tutt’altro che pura astrazione. “Per me – sostiene- la danza parla della gente e delle emozioni. Quello che sto facendo è guardare sotto la pelle per scovare quello che realmente ci entusiasma”. 
Appassionato di sport, poi di arti visive, Murphy opta infine per la danza, qualcosa in cui sente di riuscire a combinare l’eccitazione fisica che dà lo sport con le sfide estetiche a cui spingono le arti visive. Frequenta così per tre anni il Laban Centre di Londra, diplomandosi nell’89. Il già citato duo creato insieme alla Cox è un’indagine sulla coppia dagli stravaganti profili. I due corpi danzano il volo e la caduta, comunicando l’attrazione tra uomo e donna attraverso un gioco energico di impulsi e di spinte. In “time spent in the company of bad people” (primo lavoro a serata intera creato con i V-Tol), Murphy accentua questa commistione tra emozione del partnership e sfida alla gravità con danzatori da far invidia a un “free-climber“ per gli improbabili equilibri su parete. Senza dimenticare i paurosi intrighi da film giallo di “headshot”, consumati tra violente entrate e uscite dalla fila di porte/prigione create dalla scenografia di Miranda Melville. 
“32 feet per secondo per second” (sottotitolato… un uomo sta cadendo da un hotel. È davvero caduto? È saltato? È stato spinto?) racconta la storia della caduta fisica e metaforica di un uomo; una rapida discesa che provoca al protagonista un viaggio riflessivo nell’interiorità, in cui rivede il proprio passato e il dramma che lo ha condotta a quel momento. Per “32 feet per second per second”, Murphy continua a collaborare con la scenografa Miranda Melville, qui autrice di particolari strutture mobili che ridefiniscono lo spazio, portando in scena, tra l’altro, un letto e una doccia. Nic Murcott firma la partitura dello spettacolo, unendo sconosciute canzoni pop, brani famosi e musica concreta con il dichiarato proposito di creare una colonna sonora di tipo cinematografico. Scelta che ha le sue motivazioni, visto che Murphy presenta “32 feet per second per second” come introduzione al mondo del “dance-cinema”. La coreografi infatti è mixata con la proiezione di un film, creato da Mick Duffield.