Figli di un Dio ubriaco. Incursioni fisiche sui Madrigali di Claudio Monteverdi non è soltanto uno spettacolo di Balletto Civile. È il titolo di un articolato progetto declinato in tre differenti tappe che Michela Lucenti, con il suo gruppo, intende realizzare tra il 2021 e il 2022 legato al tema dei madrigali contemporanei, una sorta di poetry slam con danza. Oltre allo spettacolo presentato all’Auditorium Melotti, appositamente per Oriente Occidente e con volontari del territorio trentino, nasce 20 DI/VERSI. Madrigali Contemporanei, una performance-mostra ospitata alla Sala Kennedy nel corso del Festival nella quale 20 testimoni presentano 20 biografie, 20 azioni fisiche corredate di madrigali originali composti a partire dai loro racconti. La terza e ultima tappa, prevista nel 2022, sarà un lungometraggio firmato dalla regista Katia Bernardi, un film ispirato al progetto, basato sulla documentazione delle precedenti, ma autonoma nell’identità poetica di cui il Festival dà un’anteprima.
20 DI/VERSI. Madrigali Contemporanei nasce con gente comune, con venti persone dal background differente disposte a raccontarsi e a mettersi in gioco. Un’indagine tra società civile e atto poetico come ricorda il titolo rimandando sia ai versi della composizione lirica/musicale antica sia all’unicità delle persone, “diverse” per genere, età, occupazione, esperienze, testimoni di un’esistenza ma anche di un vissuto strettamente legato al territorio.
«Balletto Civile ha lavorato diffusamente sui territori fin dalla sua costituzione» spiega Lucenti «e proprio per questo motivo abbiamo voluto ribaltare questa volta la visione. Dal micro vogliamo raccontare il macro, una lettura a imbuto rovesciato: dall’esperienza del singolo il racconto dell’intero territorio. Alla nostra call si sono presentate cinquanta persone, tutte estremamente interessanti. Impossibile però lavorare con tutti! Abbiamo optato per venti». A seguito della selezione è partito un lungo periodo di ascolto, tramite interviste finalizzato alla composizione da parte di Balletto Civile di madrigali personalizzati. Madrigali poi letti - e registrati - da persone care al singolo protagonista che insieme compongono la colonna sonora delle azioni fisiche costruite dalla coreografa per ciascuno di loro, eseguite sotto la propria gigantografia durante la mostra. A ribadire: «Io sono il mio madrigale».