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L'Europa contro il genocidio

L'ultimo giorno di Gaza - mobilitazione 9 maggio - L'Europa contro il genocidio
Una giornata di mobilitazione per rompere il silenzio

Il 9 maggio, Giornata dell’Europa che tradizionalmente celebra il cammino di pace e cooperazione tra i paesi del continente, assume quest’anno un significato drammaticamente diverso: potrebbe infatti essere anche “l’ultimo giorno di Gaza”.

Dopo mesi di guerra e assedio nella Striscia di Gaza, con oltre 50.000 palestinesi uccisi, di cui almeno un terzo bambini, un’intera popolazione privata di acqua, cibo, cure e libertà, e un territorio ridotto in gran parte in macerie, si leva un grido d’allarme per rompere il silenzio e fermare la distruzione.

Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante ed Evelina Santangelo lanciano un appello collettivo – online e nelle piazze – invitando a diffondere ovunque, con gli hashtag #ultimogiornodigaza e #gazalastday, parole e immagini per far sentire la voce di Gaza e della Palestina.

Noi aderiamo alla mobilitazione affiggendo, lungo tutta la galleria dell’Urban Center di Rovereto, una selezione di poster realizzati da artisti e artiste palestinesi — in particolare dalla Striscia di Gaza — che denunciano la violenza e celebrano la forza della resistenza.

Queste opere fanno parte del progetto Flyers_for_Falastin, iniziativa nata in Belgio per promuovere una solidarietà concreta con la Palestina attraverso l’arte. Artisti e artiste da ogni angolo del mondo hanno messo a disposizione gratuitamente i loro lavori, scaricabili e stampabili liberamente: un invito a riempire strade, piazze, scuole e centri culturali di immagini capaci di dare voce al popolo palestinese.

Tutti i poster sono visibili e scaricabili sulla pagina Instagram ufficiale del progetto: @flyers_for_falastin

L’appello

Il 9 maggio è la Giornata dell’Europa: ma è anche l’ultimo giorno di Gaza. Perché il tempo sta finendo, per questa terra nostra. Questa terra del Mediterraneo, il mare che ci unisce.

Per questo, in quella giornata in cui ci chiediamo chi siamo, vi chiediamo di parlare di Gaza, di farlo ovunque vorrete. E di farlo, tutte e tutti, sulla rete: su siti, canali video, social. E sempre con l’hashtag #GazaLastDay, #UltimogiornodiGaza.

Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani.

Per rompere il silenzio colpevole useremo la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza.

Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono.

Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza.

Sulla rete, e non solo. Per chi vuole mettere in rete ciò che succede nelle piazze e nelle comunità che si interrogano, assieme, su come fermare la strage.

Con la consapevolezza che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei – verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale. E soprattutto guardarci negli occhi, e guardarci come la sola cosa che siamo. Umani.

Aggiungiamo tutte le parole che vorremo usare all’hashtag #ultimogiornodigaza #gazalastday.

Senza scomunicarne nessuna, senza renderne obbligatoria nessuna. Per chiamare le cose con il loro nome. Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola. E il 9 maggio è la prima tappa di una strada assieme.

Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora.

Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo