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Corpi Assenti

Poster 45esima edizione di Oriente occidente Dance Festival | ph Nina Lisne, graphic work Alessio Periotto
Rovereto | 3 – 13 settembre 2025

Oltre dieci giorni di programmazione nei teatri, nelle piazze, nei musei, negli spazi non convenzionali della città per circa 40 eventi che coinvolgono 17 compagnie da altrettanti Paesi del mondo: Oriente Occidente Dance Festival celebra i suoi 45 anni tornando ai corpi. Quelli trascurati, meno rappresentati. Quelli assenti. E in questa assenza ritrova il valore di esserci.

Dopo il percorso dedicato ai Mediterranei, Oriente Occidente torna ai corpi, spostando l’attenzione da coordinate geopolitiche a geografie umane. Il titolo del nuovo progetto triennale è Corpi Assenti, un nuovo capitolo di ricerca e riflessione, che invita e offre la possibilità di guardare ciò che normalmente rimane nascosto, di dare forma a narrazioni spesso taciute.

Oriente Occidente, in scena nei teatri, nei musei e nelle piazze di Rovereto dal 3 al 13 settembre prossimi, inaugura una nuova triennalità che conferma e rinnova l’impegno portato avanti in questi anni: guardare al mondo con uno sguardo attento e da prospettive inedite, attraverso la lente dell’arte, della danza e della cultura, alla ricerca di una chiave di lettura che sappia superare interpretazioni semplicistiche e polarizzate.

Attraverso spettacoli, performance, incontri e dialoghi, Oriente Occidente si propone come luogo di espressione e confronto, dove costruire comunità intorno a un dispositivo che sa abitare la complessità e moltiplicare le visioni, restituendo spazio e voce a realtà spesso taciute e cercando alternative alle narrazioni dominanti. E in questo modo l’assenza diventa presenza, un vuoto denso, un silenzio rumoroso. Il programma anche quest’anno saprà unire spettacoli di grande richiamo, eventi gratuiti, conferenze, persone e prospettive lontanissime. Con il solito invito a un autentico incontro di culture.

I PERCORSI

La programmazione di Oriente Occidente si snoda intorno ad approcci e sguardi che moltiplicano le narrazioni possibili, che lasciano spazio alla pluralità delle identità, che cercano alternative alle rappresentazioni dominanti e che riempiono di significato il titolo Corpi assenti, anche grazie a linee di lettura che possono essere utili a orientarsi nell’intreccio di appuntamenti, eventi ed estetiche diversi tra loro.

RADICI

Una radice è ciò che ancora una pianta al suolo e le consente di avere nutrimento. È l'origine di ogni cosa, il fondamento. Rappresenta da dove veniamo. Ci sono luoghi nel mondo dove queste radici sono state violate, in cui le popolazioni hanno dovuto - o ancora devono - affrontare la colonizzazione e sono costrette a difendere i propri diritti, a rivendicare la propria esistenza e a tutelare la propria terra con cui hanno un rapporto di profonda conoscenza e rispetto. Oriente Occidente si avvicina con questa prospettiva a Nambi. The African Shieldmaidens della compagnia ugandese Batalo east guidata dalla coreografa Nabaggala Lilian Maximillian, un lavoro che celebra la forza delle donne africane che hanno sfidato i tradizionali ruoli di genere per proteggere le loro comunità e le loro terre (10 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai). Si riferisce invece alla tradizione argentina, rivelandone tutta la forza poetica e resistente, intrecciata alla cultura barocca, Último Helecho l’ultimo lavoro di François Chaignaud, già apprezzatissimo ospite di Oriente Occidente nell’edizione 2023. Torna quest’anno con un’opera firmata insieme alla regista Nina Laisné e a Nadia Larcher, cantante, compositrice e autrice di spicco della scena musicale folk e sperimentale di Buenos Aires, alla sua prima italiana a Oriente Occidente (12 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai). Attinge al sapere, all’arte e alle origini di Frida Kahlo, Sofia Nappi - neo artista associata di Oriente Occidente - che con The Fridas invita due straordinari interpreti a sfidare le convenzioni sul maschile e si lascia ispirare da Le due Frida, celebre quadro dell’artista messicana che esprime in modo chiaro la moltitudine delle sue identità rendendo questa possibilità universale (12 settembre, ore 19.30 e ore 21, Mart).

ECOSISTEMI

Un ecosistema è un insieme complesso e vivo, fatto di relazioni, scambi, interdipendenze. Un organismo collettivo in cui natura, corpi, comunità, gesti, paesaggi si influenzano a vicenda. Un ecosistema è un sistema vivente in cui elementi differenti coesistono cercando un equilibrio dinamico, in relazione con il tempo. Alleanze tra esseri umani e non umani, tra passato, memoria, presente e futuro. A comporre questo percorso, tre spettacoli diversi per linguaggio, origini, immaginari. Birdsong dell’artista associato a Oriente Occidente Salvo Lombardo - a Rovereto in prima assoluta - è un lavoro che prende ispirazione dai codici sonori che si tramandano dall’antichità per richiamare gli uccelli, a metà strada tra tradizioni popolari e tecniche venatorie. Lombardo coinvolge corpi e voci di due performer in una ricerca che tralascia la funzione predatoria di questa tecnica e si fa invece possibilità di connessione tra umano e non umano (7 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti, prima assoluta). Con Danzas Climáticas (9 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti), l’artista e attivista Amanda Piña ci porta nel cuore del pensiero decoloniale e della crisi ecologica. La danza diventa rito che unisce a saperi ancestrali capaci di offrire visioni alternative alla narrativa del progresso. Un gesto radicale che restituisce al corpo il suo ruolo di custode della memoria ecologica del mondo. Infine Yé! della compagnia Circus Baobab, guidata da Kerfalla Camara, esplora la tensione tra sviluppo e sopravvivenza, tra tradizione e futuro. In scena, una narrazione acrobatica e potente sull’Africa di oggi, dove l’ecosistema non è solo ambientale, ma anche sociale: un equilibrio precario tra risorse da proteggere, ingiustizie da combattere e storie da ricostruire. In una poetica rappresentazione dei disastri ambientali, fatta di piramidi umane, il circo guineano sembra dirci che se qualcosa ci salva, quel qualcosa siamo noi, capaci di relazioni e di senso critico nei confronti del nostro modo di sfruttare le risorse della natura. Insieme, questi tre lavori propongono un pensiero plurale e incarnato sull’idea di ecosistema: un invito a riconoscere la nostra interdipendenza, a riscrivere il nostro rapporto con il mondo naturale, e a restituire centralità ai corpi – umani e non – che abitano la Terra (13 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti).

DISSONANZE

In musica, la dissonanza è l’effetto prodotto dall’incontro di due o più suoni che creano tensione e generano instabilità. In senso più ampio, la dissonanza può rappresentare una rottura di ciò che è prevedibile, una strada nuova che mette in discussione ciò che sembrava determinato e condiviso, una prospettiva inedita che rimescola le carte e le possibilità di azione. È proprio dalle fratture che nascono nuove possibilità di comprensione e, per questo, di trasformazione. Intorno a questa definizione, si raccolgono quattro spettacoli in cartellone. Monument 0.10: The Living Monument è l’ultimo lavoro di Eszter Salamon, per la compagnia nazionale norvegese Carte Blanche, per la prima volta in Italia. Quattordici interpreti danno corpo a una creazione visionaria che mette in discussione il significato di monumento come una materia dura, immutabile e celebrativa. Tra tessuti cangianti, colori vivaci e paesaggi mobili, invece, il senso si plasma intorno a un “monumento vivente” con una dimensione fluida che non sfida il tempo, ma si lascia accompagnare attraverso di esso (6 settembre, ore 20, Teatro Zandonai). Gloria Dorliguzzo porta a Rovereto Dies Irae, una performance che intreccia la musica ossessiva e potente della compositrice russa Galina Ustvolskaya con un lavoro fisico e rituale di un gruppo di donne non professioniste partecipanti a un laboratorio condotto dalla coreografa nei giorni prima del Festival. Qui il palco diventa spazio di liberazione e denuncia, dove il corpo si fa strumento di resistenza collettiva (8 settembre, ore 18, MoM). Arriva al Festival anche il nuovo lavoro della coreografa franco-algerina Dalila Belaza, con la musica dal vivo del chitarrista della scena rock francese Serge Teyssot-Gay: Orage è un’opera di radicale essenzialità che, senza teatralizzazioni, mette un corpo in scena che cerca di restituire forma al caos (8 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai). Infine, evocano la logica fluida e costante di uno screensaver le cinque danzatrici in scena per Screensaver Series, di Neve Harrington coreografa che crea una performance ipnotica, accessibile e sensoriale: fruibile in forma di “relaxed performance”, lo spettacolo può essere osservato da prospettive diverse e il pubblico è libero di muoversi, sedersi, sostare in piedi in qualsiasi punto dello spazio (in prima nazionale, il 10 settembre, ore 18 e ore 22, MoM).

PASSATO CONTEMPORANEO

Rileggere i classici, riscrivere il presente attraverso l'universalità dei classici: nessun repertorio è intoccabile. È questo il significato di “passato contemporaneo”, titolo del percorso tematico di Oriente Occidente che intende guardare al passato come materiale vivo da poter attraversare, contaminare, scuotere. Sono tre i lavori che attingono alla tradizione restituendole l’urgenza del presente. La coreografa Yue Yin, con Somewhere (5 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti, prima europea), fonde la danza contemporanea con il patrimonio del movimento classico cinese. Ispirandosi ai cinque elementi dell’I Ching – radice, legno, acqua, metallo, fuoco – Yin costruisce una partitura fisica che alterna tradizione e innovazione, restituendo alla spiritualità orientale un’energia nuova e pulsante. In Récital (11 settembre, ore 18 e ore 21, Mart), François Chaignaud evoca lo spirito sovversivo di Isadora Duncan, la madre della danza moderna: un viaggio tra memoria e incarnazione che dissolve i confini tra maschile e femminile. Con una visione personale e originale, l’artista giapponese associata a Oriente Occidente Yoko Omori porta in scena per la prima volta in Italia A Park + Tuonelan, una serata composta che unisce il suo primo lavoro di gruppo a un assolo in cui lei stessa è in scena. Omori rielabora motivi del repertorio classico con un suo linguaggio originale e personale che si innesta su codici urbani contemporanei come la street dance (11 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti).

OO OFF: LA DANZA IN CITTÀ

Da molte edizioni, Oriente Occidente oltre al palco, abita la città, portando circo, urban dance, performance negli spazi pubblici per una relazione sempre più stretta e autentica con gli spazi urbani e la comunità che li vive e li attraversa. Per l’edizione 2025 in particolare il programma “off” si inserisce nella più ampia proposta che coinvolge l’intera città intorno al Centenario della Campana dei Caduti Maria Dolens. A inaugurare la programmazione di strada e l’intero Festival sarà la Yue Yin Dance Company che, con un estratto del lavoro che sarà in teatro il giorno dopo, mostrerà al grande pubblico come le culture possano incontrarsi in armonia: attingendo dalla sua origine e dalla tradizione classica cinese, la coreografa mescola un sapere millenario alle culture e contro-culture degli Stati Uniti, dove è cresciuta e attualmente vive (4 settembre, ore 18, Piazza delle Erbe). Come sempre, nelle piazze, Oriente Occidente non fa mancare il circo. Quest’anno a Rovereto arriverà uno spettacolo che unisce equilibrio, acrobazia e funambolismo, un lavoro affascinante e dolce al tempo stesso della compagnia belga Cie des Chaussons Rouges (5 settembre, ore 18, Piazza Caduti sul Lavoro). Sempre per chi ama il circo, si esibiranno in piazza anche gli artisti di Circus Baobab che offriranno al centro di Rovereto un’esperienza esplosiva: energia, piramidi umane, umorismo, acrobazie e persone lanciate fino a sette metri d’altezza (12 settembre, ore 18, Piazza Urban City). Nella programmazione esterna, Oriente Occidente presenta quest’anno anche l’apertura di una residenza artistica della compagnia Collective/less guidata da Robin Lamothe, che si dedicherà a Rovereto per alcune settimane al nuovo lavoro dal titolo elsewhere is forward. Rivolto a un pubblico giovane, il pezzo indaga il nostro rapporto con il corpo come strumento di coesione sociale, elsewhere is forward attinge alle danze di guarigione del popolo San in Botswana, rituali collettivi di rinnovamento in cui il corpo è uno spazio di memoria, di scambio, di resilienza (6 settembre, ore 10.30, Fossato del Castello di Rovereto, MITAG Museo Storico Italiano della Guerra). I danzatori della compagnia, provenienti dalla comunità San del Botswana, presenteranno inoltre al pubblico di Oriente Occidente proprio le loro danze tradizionali in un momento dal titolo San Culture Unveiled: Stories, Art, and Identity, dove si potrà comprendere più in profondità l’origine di questa tradizione (5 settembre, ore 21.30, MoM). Infine, il collettivo di artiste e artisti guidati da Amanda Piña, presente in programma anche con Danzas Climáticas all’Auditorium Melotti, porta a Rovereto un altro lavoro, a conferma delle premesse che guidano la poetica dell’artista di origini messicano-cilene e di stanza in Austria: To bloom, una performance che mette al centro l’acqua e ci invita a ripensare la nostra relazione con essa (6 settembre, ore 18, Piazza del Mart). Come per lo spettacolo in teatro, oltre a performer della compagnia, saranno in scena allievi e allieve della danza di SummerLab - organizzato a Oriente Occidente Studio da Lost Movement e ArteMente - e del Liceo Coreutico di Trento, che parteciperanno alla formazione guidata da Amanda Piña.

GLI EVENTI SPECIALI

Tre eventi speciali si aggiungono alla programmazione. Il primo in collaborazione con il Muse di Trento si tiene proprio negli spazi del Museo delle Scienze di Trento, a partire dal 3 settembre. The School of Mountains and Waters, ideato dalla coreografa e ricercatrice Amanda Piña, si presenta come un progetto che intreccia pratiche indigene, ricerca scientifica e performance per mettere in discussione l’idea coloniale dell’essere umano come entità separata dall’ambiente. Realizzato in collaborazione con il Muse, il progetto si compone di installazioni, interventi performativi e un percorso aperto a persone tra i 18 e i 65 anni, invitate a partecipare attraverso una open call già disponibile sui siti di Oriente Occidente e Muse a cui si può inviare la propria iscrizione entro il 3 agosto. L’intera “scuola” si sviluppa negli spazi del Museo di Scienze di Trento dal 3 al 5 settembre (con un incontro preliminare già il 2 settembre): una serie di appuntamenti trasformano gli spazi del museo in luoghi di ascolto e relazione. Un’installazione video, Agua es Futuro, apre nuove visioni sul legame tra corpi umani, acqua e terra, mentre interventi danzati site-specific ne amplificano la dimensione sensoriale e simbolica. Le Mountain Talks, incontri con artiste, attivisti e scienziate aperti alla comunità invitata a partecipare all’open call, invitano a ripensare i modelli di relazione con la natura e con il sapere, in un’ottica decoloniale ed ecologica. A chiudere il percorso, domenica 7 settembre alle ore 11 al MUSE, l’evento conclusivo Mountains in Resistance: una camminata performativa aperta al pubblico intorno al museo, esito condiviso del laboratorio partecipato. In scena una comunità temporanea composta da artiste, cittadine, studiosi e attiviste, che restituiscono in forma rituale storie, intuizioni e relazioni nate dal contatto diretto con le montagne e le acque che caratterizzano il paesaggio che abitiamo. Un atto collettivo che trasforma il camminare in una pratica sensibile di ascolto e trasformazione. Si concentra intorno a Marcos Morau il secondo evento speciale del 45° Oriente Occidente, che intreccia sia SummerLab - il percorso formativo promosso da Lost Movement e ArteMente negli spazi di Oriente Occidente Studio nelle settimane che precedono il Festival - sia il programma di Linguaggi. Marcos Morau è infatti protagonista da molti anni del festival roveretano, un rapporto decennale con quello che è diventato uno dei più influenti artisti della scena performativa contemporanea internazionale. Morau spesso torna a Rovereto, grazie a un profondo rapporto di reciprocità e fiducia costruito negli anni. In questa edizione, La Veronal - il collettivo di artisti e artiste guidato dal coreografo spagnolo - condurrà un laboratorio coreografico per le allieve e gli allievi di SummerLab su Sonoma, il famoso pezzo della compagnia co-prodotto da Oriente Occidente che debuttò nel 2020 proprio a Rovereto. Il percorso formativo del gruppo di giovani aspiranti danzatori e danzatrici si concluderà con una presentazione pubblica di un estratto dell’opera firmata da Marcos Morau nel foyer del Mart il 13 settembre alle ore 17. Seguirà, alle ore 18, nella sala conferenze del Mart, un dialogo tra il coreografo e Marilù Buzzi, direttrice della rivista Danza&Danza, che attraverserà la carriera dell’artista, la sua relazione con il Festival, i suoi progetti futuri, oltre alla sua fascinazione per il mondo del cinema. Proprio in relazione a questo, il giorno precedente, il 12 settembre, come appuntamento del ciclo Linguaggi, è in programma la proiezione di Polvo serán di Carlos Marqués-Marcet, lungometraggio che ha visto la partecipazione di Marcos Morau per la creazione delle coreografie. Il film ha ottenuto una nomination ai premi Goya per il miglior attore protagonista (Alfredo Castro) ed è stato premiato nella categoria “Miglior attrice” alla Festa del Cinema di Roma per l’interpretazione di Angela Molina. Infine, per gli eventi speciali della 45esima edizione di Oriente Occidente, il Festival ospiterà il 13 settembre alle ore 10.30, la presentazione del 21° Rapporto Annuale Federculture 2025 dal titolo Impresa Cultura, dedicata ai temi del turismo culturale: una preziosa occasione di scambio e incontro tra operatori dei settori culturale e turistico sia locali che nazionali.

LINGUAGGI

Le nostre visioni del mondo si fondano sulle storie che abbiamo ascoltato, ma anche su quelle che non ci sono state raccontate. Alcune hanno priorità mentre altre vengono messe a tacere ma tutte - forse soprattutto quelle rimosse – plasmano il nostro sguardo, modellano la nostra immaginazione, definiscono ciò che consideriamo possibile. È da questa riflessione che nasce Storie assenti, titolo dell’edizione 2025 di Linguaggi, il ciclo di conferenze che da sempre accompagna il programma di Oriente Occidente Dance Festival. Anche Linguaggi esplora ciò che manca. Lo fa attraverso le storie perché ogni storia è una storia di corpi e raccontare, come ascoltare, è un atto profondamente politico. L’edizione 2025 è un invito a interrogarsi su ciò che non si dice, su ciò che a volte spaventa, su ciò che collettivamente non affrontiamo, su chi non viene ascoltato, su ciò che resta ai margini. Dal carcere ai conflitti globali, dalle identità maschili alle eredità coloniali, il ciclo attraversa storie che ci riguardano, che ci attraversano, che ci trasformano. Storie di corpi, di assenze, di possibilità negate e di nuove verità da costruire. Il primo appuntamento è in programma il 4 settembre alle ore 20.30 al Mart con Storie da dentro: Mauro Pescio porta in scena Non è la storia di un eroe, reading tratto dal podcast Io ero il milanese, seguito dalla presentazione del rapporto sulle carceri italiane a cura dell’Associazione Antigone, con un dialogo tra Ornella Favero e lo stesso Pescio. Il 6 settembre alle ore 18 allo Smartlab, Storie da maschi riflette sull’identità maschile con Romanzo di un maschio, un talk ironico e tagliente delle Eterobasiche, organizzato in collaborazione con Cooperativa Smart. Alle 18 del 7 settembre al Museo Storico Italiano della Guerra, Storie coloniali affronta il rimosso della storia italiana con Alberto Brodesco e Martina Melilli, in un incontro introdotto e moderato da Francesco Frizzera (evento in collaborazione con Mitag - Museo Storico Italiano della Guerra). L’8 settembre, sempre alle 18, si torna al Mart con Storie cattive: protagonista sarà la scrittrice e attrice argentina Camila Sosa Villada. È stata sex worker, venditrice ambulante, addetta alle pulizie e dopo gli studi di Comunicazione e Teatro, ha avviato una carriera come performer, oltre a essersi confermata fra le nuove voci letterarie più dirompenti del panorama argentino grazie al suo romanzo Le cattive, un’opera che affonda radici nell’autofiction e guida chi legge in un viaggio attraverso la comunità trans di Cordoba. Questo evento è realizzato in collaborazione con Festivalletteratura di Mantova. Il 9 settembre, sempre al Mart alle 18, Storie di guerra mette a confronto lo sguardo del fotografo Lorenzo Tugnoli, primo premio Pulitzer italiano nel 2019, con quello della studiosa e curatrice Francesca Recchia, per esplorare il racconto visivo dei conflitti. Il 10 settembre, al centro dell’incontro Storie palestinesi, la giornalista Paola Caridi porterà uno sguardo profondo e documentato su ciò che accade in Palestina e nella Striscia di Gaza, in dialogo con Giuseppe Ferrandi direttore della Fondazione Museo storico del Trentino (Mart, ore 18). Chiude il ciclo, il 12 settembre, la proiezione del film Polvo serán di Carlos Marqués-Marcet, con coreografie di Marcos Morau, un lungometraggio che attraverso la commistione dei generi, dalla commedia al dramma al musical, cerca di avvicinarsi alle emozioni della vita e al mistero della morte. Alla proiezione seguirà un dialogo con Marco Cappato, un’occasione per riflettere su fine vita, corpi e libertà individuali. Ad ogni appuntamento sarà presente la Libreria PiccoloBlu, con i libri di autori e autrici presenti oltre a una bibliografia ragionata sui temi del Festival.

ACCESSIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ

Costruire un mondo più sostenibile, sul piano ambientale e sociale, non è più un’opzione, ma una responsabilità urgente e collettiva. Da tempo, Oriente Occidente assume questa responsabilità come parte integrante della propria missione, promuovendo progetti e pratiche che intrecciano accessibilità e sostenibilità, due pilastri irrinunciabili della propria visione culturale. Organizzare un festival come Oriente Occidente Dance Festival comporta inevitabilmente un impatto: mobilità internazionale, consumo di materiali, energia e risorse naturali. Per questo l’organizzazione ha attivato negli anni un sistema concreto di azioni di compensazione e riduzione dell’impatto ambientale: stampa cartacea ridotta, completa eliminazione delle bottigliette d’acqua in plastica dai teatri e dai luoghi di spettacolo, menù vegetariani, l’invito a utilizzare i mezzi pubblici o la bicicletta. Anche il merchandising di Oriente Occidente è parte di questa visione: grazie alla partnership con REDO borse, zaini e accessori vari sono realizzati con banner di comunicazione delle precedenti edizioni. L’intera manifestazione utilizza esclusivamente energia proveniente da fonti rinnovabili e certificate 100% Energia Pulita Dolomiti Energia, partner esclusivo per la sostenibilità. Questo impegno è riconosciuto ufficialmente dal marchio Eco Eventi del Trentino, assegnato al Festival dal 2019 per la sua coerenza ecologica. Per Oriente Occidente sostenibilità significa anche inclusione sociale, attenzione concreta alla diversità e alla partecipazione. Questo approccio è condiviso dal main sponsor Cassa Rurale Alto Garda e Rovereto, che da anni sostiene le iniziative legate all’accessibilità. Grazie al lavoro di un accessibility team dedicato, Oriente Occidente seleziona spettacoli adatti a pubblici diversi, crea materiali accessibili, costruisce relazioni e si occupa di garantire che il Festival sia un’esperienza realmente fruibile per il maggior numero possibile di persone e comunità. Per persone con neurodivergenze o disabilità cognitive saranno disponibili kit introduttivi e incontri di preparazione, per fare in modo che l’esperienza teatrale possa essere attraversata nel giusto modo. In programma, inoltre, anche una performance dell’artista con neurodivergenza Neve Harrington, pensata per poter essere fruita in diversi modi, come una relaxed performance. Dal punto di vista dell’accessibilità motoria, sul sito di Oriente Occidente sono disponibili descrizioni dettagliate di tutti gli spazi del Festival. Nei teatri e nei luoghi di spettacolo sono riservati posti per persone con mobilità ridotta, accesso autonomo a foyer e platea, servizi e parcheggi dedicati nelle immediate vicinanze. Prosegue inoltre la collaborazione con ENS Trento per rendere il Festival sempre più accessibile alle persone sorde: disponibilità di Subpac (zainetti che si indossano per percepire la musica attraverso le vibrazioni che emettono sulla schiena), comunicazione della programmazione in lingua dei segni, e una giornata speciale interamente pensata per permettere a chi viene da lontano di vivere l’esperienza festivaliera a pieno.

Per le persone cieche e ipovedenti, saranno online audio-introduzioni e descrizioni degli spazi, strumenti utili anche per chi ha disabilità cognitive e accede più facilmente a contenuti audio rispetto a quelli scritti. Anche il sito web di Oriente Occidente è progettato con attenzione: grazie alla collaborazione con Cantiere Creativo, agenzia specializzata nella creazione di siti web ad alta accessibilità, la piattaforma segue le linee guida di The A11Y Project, movimento internazionale che promuove l’inclusività digitale con soluzioni sia estetiche che funzionali. Le attività legate all’accessibilità si inseriscono nella partecipazione attiva di Oriente Occidente a Europe Beyond Access, il più importante progetto europeo sull’arte e la disabilità, co-finanziato dall’Unione Europea. Un festival, oggi, non può essere solo uno spazio per lo spettacolo. Oriente Occidente lavora affinché sia anche un luogo che accoglie, rispetta, include e immagina un futuro possibile per tutti e tutte.

BOX OFFICE

A partire dal 12 giugno sarà possibile acquistare online i biglietti del Festival.

L’acquisto online sarà supportato da una infoline a cui si potranno richiedere informazioni e aiuto: 0464016576 e biglietteria@orienteoccidente.it (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 14).

Anche quest’anno Oriente Occidente propone abbonamenti tematici strutturati sui percorsi intorno ai quali si snoda l’intera programmazione.

Si tratta di quattro abbonamenti che permettono di seguire un filo rosso attraverso spazi e linguaggi differenti: RADICI, ECOSISTEMI, DISSONANZE e PASSATO CONTEMPORANEO. Si aggiunge a questi l’abbonamento 35 X 35 dedicato ai più giovani, che permette a persone under 35 di acquistare biglietti per quattro spettacoli a scelta nei teatri a 35 euro. Sempre agli under 35 è riservata la tariffa young che prevede biglietti a 10 euro per tutti gli spettacoli.

Il box office sarà allestito al piano terra della Casa della Danza di Oriente Occidente, in corso Rosmini 58 e sarà aperto dal 30 agosto al 2 settembre dalle 9 alle 13 e dal 3 al 13 settembre dalle 13 alle 20. Non sarà possibile acquistare i biglietti nei luoghi di spettacolo, ma l’acquisto sarà sempre possibile online fino a cinque minuti prima dell’inizio di ogni performance.