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Quel no che ha cambiato la storia

Ritratto di Franca Viola
Nel giorno dedicato all’eliminazione della violenza sulle donne, ricordiamo la storia di Franca Viola

Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce

- Franca Viola

Sono le parole pronunciate da Franca Viola in aula nel 1966, durante il processo al suo ex fidanzato, Filippo Melodia, che dopo essere stato rifiutato era diventato il suo rapitore e carnefice.

Siamo nel 1965 e Franca ha solo 17 anni quando chiude la relazione con Filippo, giovane incarcerato per furto e legami con la mafia. Ma lui non si arrende e vuole la ragazza per sé: dopo numerose minacce e altrettanti rifiuti da parte della famiglia e della giovane, la mattina di Santo Stefano, Filippo, insieme a una decina di complici, rapisce Franca e la tiene prigioniera per una settimana. Durante la prigionia, abusa di lei, convinto di poterla ottenere tramite il matrimonio riparatore, pratica allora comunemente accettata.

Per la prima volta nella storia, Franca e la sua famiglia rifiutano le nozze e denunciano i rapitori, andando contro tutto e tutti. Il processo porta alla condanna di Melodia e dei suoi complici a undici anni di carcere.

La sua scelta segna una svolta culturale e giuridica: afferma il diritto delle donne all’autodeterminazione e apre la strada a un cambiamento profondo, che porterà anni dopo all’abolizione del matrimonio riparatore.

Oggi, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, vogliamo ricordare la sua storia e l’impatto che ha avuto sul diritto e sulla cultura del nostro Paese.

È tra le donne omaggiate anche da Cathy La Torre nella conferenza-spettacolo in scena questa sera alle 20.30 al Teatro Zandonai.

L’evento è organizzato da Fondazione Caritro. Per sapere di più click qui.