Festival
11/09/2020 16:00

Sala Conferenze del Mart, Rovereto

Sognare la terra

Fabrice Olivier Dubosc

Fabrice Olivier Dubosc, Sognare la terra

La nostra epoca è segnata dalla parola “crisi”. Nessun aspetto ne è al riparo: lo Stato, l’Europa, le istituzioni, la giustizia, la scuola, il sistema sanitario, l’educazione, le famiglie. Dubosc, in piena emergenza economica, sociale e sanitaria, oltre che ambientale, entra nel vivo della crisi aperta dalla pandemia osservando l’acuirsi delle disuguaglianze, le risonanze psichiche dell’isolamento, la medicalizzazione radicale della vita e della morte e soprattutto il rapporto imprescindibile tra salute e ambiente. Un lavoro di scrittura avviato da tempo sul “perché” e sul “dopo”, una riflessione sull’antropocene.

Fabrice Olivier Dubosc si è formato come psicologo analista. La sua pratica al confine tra più discipline si interroga sulle possibili forme di una psicologia postcoloniale. L’incontro con Fatema Mernissi e Raimon Panikkar lo ha spinto ad approfondire la relazione tra narrazioni individuali e collettive in senso interculturale e interreligioso. Ha svolto supervisione per progetti Sprar e missioni all’estero per la formazione di operatori psico-sociali in Georgia. Ha collaborato alla supervisione del progetto di ricerca ‘Bodies Across Borders’ coordinato da Luisa Passerini per l’Istituto Universitario di Firenze. Promuove da tempo un gruppo di ricerca interdisciplinare di “Clinica della crisi”. È socio dell’Associazione di Etnopsicologia Analitica (ETNA) e socio fondatore di Interculture International Foundation. Tra le pubblicazioni recenti: Quel che resta del mondo – psiche, nuda vita e questione migrante (MA.GI 2011), Approdi e Naufragi, resistenza culturale e lavoro del lutto (Moretti e Vitali 2016), e, con Nijmi Edres, Piccolo Lessico del Grande Esodo (Minimum Fax 2017). Nel 2019 ha curato Lessico della crisi e del possibile, 100 lemmi per praticare il presente (Seb 27).