Teatro Zandonai, Rovereto
Sonoma
Marcos Morau
PRIMA ASSOLUTA | COPRODUZIONE ORIENTE OCCIDENTE | ARTISTA ASSOCIATO
Investigatore visionario delle paure dell’umano, Marcos Morau torna a debuttare a Oriente Occidente con La Veronal, la compagnia fondata a Valencia nel 2005 nella quale sono radunati artisti provenienti dal cinema, dalla fotografia, dalla letteratura e dalla danza. Dopo Voronia, Los Pajaros muertos e Pasionaria – vincitore del Premio Danza&Danza "miglior spettacolo contemporaneo" 2018 – al Teatro Zandonai va ora in scena Sonoma, ultima creazione per nove interpreti nella quale proietta il suo universo punteggiato di influenze pittoriche, teatrali, cinematografiche nel mondo del Surrealismo.
In Sonoma Morau segue il tema sviluppato in un precedente lavoro nato per il Ballet de Lorraine nel 2016, Le Surréalisme au service de la révolution, vincitore di un altro premio, quello della Critica di Danza spagnola, ispirato a Luis Buñuel e al mondo onirico del cineasta spagnolo, nonché al suo pensiero critico e politico, al vissuto personale sospeso tra disciplina Gesuita e libertà, e alla passione mai negata per il tamburo, strumento del folklore natale. “Buñuel non è mai stato così attuale”, spiega Morau. “Ha saputo vedere quello che il futuro ci stava riservando scoprendo, nel rumore dei tamburi di Calanda e dell’Aragona, quell’urlo proveniente dalle viscere. Lui era già all’oggi: ascoltava il suono dell’abisso che si apre quando l’immaginazione umana è libera ma l’uomo non lo è. Mi interessa il bisogno umano di sentirsi vivi, parte della società, avvolti dai propri desideri e timori e il fatto che talvolta per sopravvivere è necessario inventarsi una nuova realtà”.
Ambientazione onirica, dunque, luogo estraneo alle leggi della fisica dove l’ordinario diventa straordinario e la ragione accantonata. “Sonoma”, spiega ancora Morau, “sarà un luogo dove l’urlo dell’uomo costretto al ritmo dell’esistenza si fa primitivo. Dove il ritorno al corpo, alla carne, alla materia si perde nell’ora tra il sonno e la finzione. Una comunione con gli strati più irrazionali dell’umanità dove gli uniti gridano di separarsi e i separati cercano di congiungersi”.
Il titolo fa riferimento a due parole greche e latine: soma, corpo, e sonum, suono, ma rimanda anche alla Sonoma Valley californiana. Comunemente detta dai nativi Valley of the moon si narra che in questa Valle della luna, il nostro satellite, annidandosi sulle pianure ogni notte, trasformi le urla e i rumori ambientali in un’ipnotica ninna nanna, che tutto culla, e calma.
Ideazione e direzione artistica Marcos Morau
Coreografia Marcos Morau in collaborazione con i danzatori
Danzatori Lorena Nogal, Marina Rodríguez, Sau-Ching Wong, Ariadna Montfort, Núria Navarra, Àngela Boix, Laia Duran, Anna Hierro, Alba Barral
Testo El Conde de Torrefiel, La Tristura and Carmina S. Belda
Assistenti ripetitori Estela Merlos e Alba Barral
Consulenza artistica e drammaturgica Roberto Fratini
Assistente vocale Mònica Almirall
Direzione tecnica e disegno luce Bernat Jansà
Responsabile di palcoscenico, scene ed effetti speciali David Pascual
Disegno sonoro Juan Cristóbal Saavedra
Voce María Pardo
Design scene Bernat Jansà e David Pascual
Design costumi Silvia Delagneau
Sartoria Mª Carmen Soriano
Modisteria Nina Pawlowsky
Maschere Juan Serrano, Gadget Efectos Especiales
Creazione gigante Martí Doy
Scenografia Mirko Zeni
Produzione e logistica Cristina Goñi Adot
Direzione di produzione Juan Manuel Gil Galindo
Co-produzione Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Tanz im August/ HAU Hebbel am Ufer, Grec 2020 Festival de Barcelona – Institut de Cultura Ajuntament de Barcelona, Oriente Occidente Dance Festival, Theater Freiburg, Centro Cultural Conde Duque, Sadler’s Wells, Mercat de les Flors, Temporada Alta, Hessisches Staatsballett in Tanzplattform Rhein-Main
In collaborazione con Graner – Fàbriques de Creació and Teatre L’Artesà
Con il supporto di INAEM – Ministerio de Cultura y Deporte de España e ICEC – Departament de Cultura de la Generalitat de Catalunya
Durata 60’