Danza e musica sono espressioni artistiche fatte di somiglianze e differenze. A volte interagiscono, altre si incontrano soltanto: sono due elementi che possono coesistere, come no, eppure spesso quando si parla di danza siamo abituati e abituate a considerare imprescindibile l’aspetto musicale. Qual è l’origine di questo pensiero? La danza può esistere solo in relazione alla musica?
La storia della danza occidentale dal tempo di Luigi XIV, e fino al Novecento, vede la danza e la musica in strettissima connessione.
Alla corte del Re Sole nasce l’opéra-ballet, una nuova forma di spettacolo musicale che prende ispirazione dalla drammaturgia lirica, e dà uguale importanza al canto e alla danza. Un importante riconoscimento per quest’ultima che, in precedenza, era considerata un “cammeo” all’interno di rappresentazioni teatrali o di melodrammi. Il musicista e compositore Jean-Baptiste Lully e Luigi XIV sostengono e incoraggiano lo sviluppo del balletto in tutta la Francia, tanto da fondare L’ Académie Royale de Musique, la compagnia di balletto conosciuta oggi come il Balletto dell'Opéra di Parigi.
Segue un periodo in cui le musiche per i balletti vengono commissionate a compositori disposti a confezionare partiture su misura per lo spettacolo. La Russia di metà Ottocento vede una straordinaria stagione di spettacoli di danza in gran parte grazie al coreografo francese Marius Petipa e alla fortunata collaborazione con il compositore Piotr Ilič Čajkovskij.
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento l’autorialità della musica per danza si rafforza con Igor Stravinsky, e con "Concerto Barocco" di Balanchine assistiamo a uno sforzo sorprendente per permettere al pubblico di "vedere la musica e ascoltare la danza". In quest’opera l’autore, che si è sempre identificato prima di tutto come musicista, si lascia ispirare dalla partitura del Concerto in re minore per due violini BWV 1043 di Bach. I due violini interagiscono con l'orchestra e l'un l'altro e il balletto riflette questa complessità, con due ballerine che danzano le parti del "violino", entrando e uscendo dalle formazioni del corpo, a volte entrando nell'ensemble e a volte fuori da esso. La coreografia non è una riproduzione della partitura, ma sembra dialogare con essa.
Sarà la seconda metà del ventesimo secolo a segnare una svolta cruciale: l’incontro tra John Cage e Merce Cunningham produce una prassi di lavoro basata su una struttura ritmica che contiene alcuni punti stabiliti nei quali danza e musica devono incontrarsi, ma al di là di queste coincidenze, la danza può essere libera.
Per la prima volta musica e danza iniziano a essere definitivamente indipendenti l’una dall’altra e questo nuovo modo di intendere la relazione tra le due arti sorelle sarà premessa per la nascita e lo sviluppo di nuove visioni.